Rifiuti selvaggi? Parmigiani incivili perché la raccolta non funziona

Rifiuti selvaggi? Parmigiani incivili perché la raccolta non funziona

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101032573-664d3c7d-e206-4f5f-b786-43a245ab6032Riceviamo e pubblichiamo

Qualche giorno fa la stampa locale riportava con puntuale corredo fotografico l’ormai quotidiano stato d’assedio nel quale interi quartieri della nostra città vivono a causa dei rifiuti abbandonati agli angoli delle strade. I responsabili di questo scempio? Gli incivili.

Lungi da me fornire alibi alcuno a comportamenti gravi che non devono trovare alcuna indulgenza da parte delle istituzioni, ma qualche considerazione un poco più approfondita credo sarebbe giusto farla, se non altro per tentare di capire le radici del problema ed eventualmente mettersi nelle condizioni di agire nel modo più efficace.

Gli incivili sono un facile e comodo capro espiatorio. Esistono, ma se non ci si chiede perché tutto d’un colpo si sono moltiplicati in maniera esponenziale si rischia di mancare tragicamente il bersaglio. Per quanto mi riguarda i rifiuti abbandonati per strada sono il sintomo più eclatante ed evidente che qualcosa nel sistema di raccolta non va.

Questo è un elemento di comune buon senso che non può essere sottovalutato o peggio sottaciuto. Il problema è che quando ci si rapporta all’amministrazione comunale la risposta invariabile è che tutto va bene, la quota di differenziata è alta e riceviamo anche un sacco di premi.

In Italia un premio non si nega a nessuno e indubbiamente il Comune di Parma ne ha ricevuti anche di prestigiosi. Altri però sono frutto di interessi e rapporti personali che poco dovrebbero avere a che fare con un premio. Mi riferisco ad esempio all’Associazione comuni virtuosi, un club al quale ci si iscrive pagando una quota associativa, 4mila euro nel caso di Parma.

Spulciando tra le carte emerge che il partner tecnico dell’associazione è Esper, un ente di ricerca specializzato nella programmazione eco-efficiente della gestione delle risorse, con una particolare riguardo ai rifiuti ed all’energia. Per stessa ammissione dell’assessore Folli è Esper il soggetto che ha offerto il supporto tecnico necessario per pianificare il porta a porta in città.

E chi figura tra i fondatori di Esper? Quel Raphael Rossi nominato nel 2013, su indicazione del Comune di Parma, Presidente del consiglio di amministrazione di Iren Emilia. Forse adesso è un pochino più chiaro perché il verbo di Rossi non deve in alcun modo essere messo in discussione, neanche se a presentare una richiesta in tal senso sono ben 6500 parmigiani.

Purtroppo lo cronache di questi giorni ci dicono che la ricetta del Comune per contrastare l’abbandono dei rifiuti in strada è fatta di qualche isola ecologica sparsa oltre la cintura della tangenziale, un Ecowagon che gira per strada come il proverbiale arrotino e, nelle parole dell’assessore Casa, tanta tanta repressione sotto forma di multe.

Multe che, com’è facile prevedere, colpiranno la fascia più debole della popolazione senza sortire alcun effetto se non quello di accrescere le casse comunali. Per quanto mi riguarda continuerò a lottare affinché il buon senso prevalga e per questo motivo ho chiesto con forza che il prossimo 2 febbraio si discuta in Consiglio comunale una mozione che riassume i contenuti della nostra raccolta firme.

La speranza è che qualche illuminato nella maggioranza possa votarla e aprire di conseguenza una fase di discussione che possa produrre qualche effetto positivo. Diversamente rassegnamoci fin da ora a dover leggere ciclicamente sulla stampa un numero infinito di reportage che mostreranno una Parma sommersa dai rifiuti. In compenso però potremo contare sempre sul fatto di poter essere premiati come Comune virtuoso!

 

Roberto Ghiretti

Parma Unita

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