Maxi furto di gasolio a Sorbolo, condannato uno degli uomini della banda

Maxi furto di gasolio a Sorbolo, condannato uno degli uomini della banda

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carabinieri-7Avevano rubato oltre settemila litri di gasolio in due aziende di autotrasporto di Sorbolo, ma i carabinieri in poco tempo erano riusciti a smascherare la banda di albanesi che agiva tra il Reggiano e la Bassa parmense, arrestando quattro persone. Per una di queste, Alban Qerimi, 32 anni – accusato del furto aggravato in concorso e ricettazione di 4.700 litri in una delle due aziende prese di mira – oggi è arrivata la condanna a 3 anni e un mese di reclusione, scontata la quale dovrà essere espulso dal territorio italiano. Questa la sentenza emessa dal giudice del tribunale di Parma, Gennaro Mastroberardino.

La vicenda risale alla notte fra il 31 marzo e il 1 aprile scorso, quando a finire nel mirino dei ladri furono le aziende Botti Sisto di via Atanasi e la Favilla Trasporti di via Pollino, alleggerite complessivamente di circa 7.200 litri di gasolio per un valore di 10mila euro. Ma la banda è stata poi costretta ad abbandonare la refurtiva a bordo di due furgoni risultati poi rubati. A spaventare gli autori del furto, un controllo notturno dei carabinieri di Sorbolo lungo le strade della cittadina. I militari avevano fermato due auto sospette con a bordo altrettanti stranieri che non hanno saputo fornire spiegazioni sulla loro presenza a Sorbolo.

Non sapendo del furto, i carabinieri li hanno lasciati andare ma non prima di aver preso nota di nomi e targhe. E così il giorno dopo, arrivata la denuncia, la visione dei filmati della videosorveglianza ha permesso di accertare che le due auto fermate durante la notte e due furgoni avevano raggiunto le sedi delle due aziende oggetto del furto. Tagliate le recinzioni e spaccati i tappi dei serbatoi dei mezzi in sosta, per i ladri, nascosti dal buio, era stato un gioco da ragazzi aspirare il gasolio per poi allontanarsi con tutta calma. Ma la banda non aveva fatto i conti con i controlli dei carabinieri, che hanno poi permesso di individuare i quattro albanesi, tutti di età compresa tra 29 e 32 anni, domiciliati nel Reggiano, finiti così in manette nel giugno scorso. Due di loro avevano già precedenti in materia.

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